mercoledì 17 dicembre 2014

Pangiallo romano


Tondo come il sole e giallo come l'oro il pangiallo romano è un dolce tipico delle festività natalizie.
Le sue origini risalgono alla Roma imperiale, quando veniva impastato e consumato il giorno del solstizio d'inverno come buon auspicio per il ritorno delle lunghe giornate di sole
Come molti dolci tradizionali il pangiallo ha subito numerose trasformazioni durante i secoli. Tradizionalmente viene ottenuto tramite l'impasto di frutta secca, miele e cedro candito, e prima della cottura viene ricoperto da uno strato di pastella d'uovo o di farina, zafferano e spezie.
Molto simile al panpepato tipico di Lazio e Umbria ( QUI la ricetta ), il pangiallo se ne differenzia per l'assenza di pepe e cioccolato, è un dolce che si trova difficilmente dal pasticcere può quindi essere un graditissimo regalo per amici o parenti ricoperto con carta trasparente e legato con un bel fiocco si conserva fino a 12 mesi !

martedì 9 dicembre 2014

Torrone tenero ...


... from U.S.A !
È sempre difficile stabilire le origini di un dolce perché spesso è frutto di secoli, se non millenni di contaminazioni culturali. Ciò vale anche per il torrone che, assieme a panettone e pandoro, è, ormai simbolo delle feste natalizie. Ci sono quindi varie correnti di pensiero sulla nascita del torrone ma la più accreditata sembra avere radici nella civiltà araba creatrice di un impasto a base di mandorle, miele, zucchero, aromatizzato con spezie, importato poi dai veneziani che lo condussero alla fama e successo nel Medioevo. 
Ma oggi non starò qui ad enunciare teorie o ricette puriste sul torrone bensì a proporVi un'idea geniale e veloce, una di quelle idee di cui solo gli americani possono essere depositari.
Io ho scoperto questa ricetta nel mio ultimo viaggio in Michigan grazie allo zio di mio marito ed ovviamente non potevo non realizzarla per le Feste: solo 3 ingredienti e poche semplici mosse per preparare un ottimo dolcetto da gustare o da donare, a tranci o a cubetti, per deliziare amici e parenti.

lunedì 1 dicembre 2014

Golosità Dannunziana


E' risaputo che Gabriele D'Annunzio fosse un grande goloso e pare che proprio lui abbia battezzato questo dolce: me lo immagino in un caffè letterario a gustarsi una bella fetta di questa torta tipica abruzzese magari sorseggiando un bicchierino del suo liquore preferito, l'Aurum, a base di brandy ed infuso d'arance.
Specialità regionale associata alle tradizioni natalizie ma non solo, il Parrozzo è diffuso soprattutto nella zona orientale dell'Abruzzo: nel 1920 il pasticcere Luigi D'Amico ebbe l'idea di preparare questo dolce con le sembianze di un'antica pagnotta semisferica delle mense contadine ma ingentilita con l'utilizzo di uova, semolino e farina di mandorle e ricoperta con cioccolato. Il primo ad assaggiare questo nuovo dolce fu il suo amico Gabriele D'Annunzio che ne  rimasto estasiato e, coniato il nome Parrozzo (pane-rozzo), addirittura gli dedicò un madrigale "La canzone del Parrozzo".
Il dolce è molto semplice da preparare e si fa ben apprezzare, anche se la sua tradizionale caratteristica è la "sbriciolisità" (si dirà così? non so!) questa versione con l'aggiunta di olio e liquore resta molto più compatta ... l'ideale sarebbe ridurre in farina le mandorle con la buccia per lasciare un aspetto più rustico all'impasto, io però ho usato farina di mandorle già pronta.

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